DALLA PARTE GIUSTA
Un ragazzo di nome Salvo

Il 25 febbraio 2025, mentre era ricoverato in ospedale, Papa Francesco dichiarava “venerabile” della chiesa cattolica un giovane napoletano nato un secolo prima. Fu uno degli ultimi gesti del Santo Padre, che si sarebbe spento da lì a poche settimane. Quel giovane venerabile è un simbolo della cristianità italiana e della dedizione agli ideali di giustizia, patria, sacrificio: Salvo D’acquisto. La sua storia si inquadra all’interno della cornice più dura e tragica della seconda guerra mondiale per l’Italia: quell’appendice fatta di guerra fratricida e intestina, durante la quale l’ex alleato tedesco divenne occupante e la mancanza ormai assoluta di ogni regola, dopo un ventennio di regime e un triennio di guerra, contribuì a scrivere pagine drammatiche per il nostro Paese. Ma il dramma umano di Salvo è stato in grado di travalicare la compassione per la morte e diventare leggenda, esempio, simbolo. Questo giovane napoletano, carabiniere reale, ha interpretato la sua missione fino all’estremo sacrificio. Come uomo, come cristiano, come carabiniere. La “fiamma” del suo esempio scintilla ancora lucida nel cuore degli italiani e lo farà per molto.

La vicenda

"Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio è con me e io non ho paura!". Queste parole a lui attribuite, rappresentano il testamento spirituale di Salvo D’Acquisto. Nato a Napoli da una famiglia umile, Salvo era un fervente cattolico, educato dai genitori e dalla nonna alla cristianità. Fin da ragazzino volle dimostrare tutta la sua Fede verso i dettami del cattolicesimo. Arruolatosi carabiniere del Regno a soli 18 anni, divenuto sottufficiale, Salvo D’Acquisto il 22 settembre 1943 era il carabiniere più alto in grado della stazione di Torre in Pietra, essendo il maresciallo comandante fuori sede quel giorno. In una vecchia postazione della guardia di finanza, alcuni tedeschi avevano accidentalmente fatto esplodere una bomba a mano e 2 di loro erano rimasti uccisi nell’esplosione. Il loro comandante ordinò una rappresaglia, con l’intendo di “vendicare” l’accaduto (dando colpa dell’esplosione alla popolazione locale) con l’uccisione di 23 ostaggi rastrellati a caso fra la gente il giorno successivo. Fra loro anche il vice brigadiere Salvo D’Acquisto che si sacrificò ottenendo la liberazione degli altri ostaggi destinati alla morte. Fucilato per mano dei nazisti di fronte alla Torre di Palidoro, il suo ultimo grido ai suoi carnefici fu “Viva l’Italia”.  

Il racconto

Anche nel male più assoluto, quando non c’è alcuna via diversa dall’estremo sacrificio, ci sono uomini che sanno stare “dalla parte giusta”. Il racconto della vita di Salvo D’Acquisto è un alternarsi di aneddoti che ne ripercorrono le tappe principali: l’educazione ai valori del cattolicesimo fin da bimbo, il suo desiderio di essere alfiere della giustizia indossando la divisa dell’Arma, l’approccio con la seconda guerra mondiale, fino a quel tragico giorno di settembre del 1943, quando quell’ultimo gesto della sua giovane vita terrena, che era durata soltanto 23 anni, gli spalancò le porte dell’immortalità. Appassionante e emozionale, la sua storia è un emblema cristallino del senso più alto di Sacrificio.

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