"Emanuele Turelli combatte la sua battaglia soda con la passione dell'apostolo da palcoscenico, illuminato da un credo preciso: le parole devono emozionare, informare e formare. Aveva iniziato come giornalista, poi si è scoperto un altro Karma, quello del narratore. Il successo dei suoi monologhi in tutti questi anni gli ha confermato che la diritta via era stata trovata" (leggi l'articolo completo)
Corriere della Sera

Sono uno sceneggiatore che interpreta i propri lovori, sul palco di un teatro. Fra i miei racconti più popolari: "Il coraggio di vivere, la vera storia di Nedo Fiano" - "Gleno, 1 dicembre 1923: narrazione civile di un disastro annunciato" - "Madiba, la vera storia di Nelson Mandela" - "Solchi di Gloria, la straordinaria storia delle sorelle Fanchini" - "report, emozioni fra le macerie" - "Un Santo con la Penna, storia di Don Carlo Gnocchi e altri eroi della Ritirata" - "67... Nelson Mandela" - "La settima Fiamma" - "1916, Adamello: la battaglia dimenticata" - "Dalla parte Giusta: un ragazzo di nome Salvo". Sono autore anche di sceneggiature non interpretate direttamente da me: "Profumo di danza" e "A tre giorni dal Natale" scritte per Marco Cortesi e la sceneggiatura completa del film "Edith, una ballerina all'inferno". Dal 2005 mi sono esibito in oltre 300 teatri italiani, totalizzando più di 65 mila spettatori certificati.
Ho iniziato a scrivere quando ero un ragazzino e il primo libro l'ho pubblicato a 24 anni: "Calais, può un uomo cambiare in 35 ore?" (Thelma edizioni), poi ho pubblicato "report, emozioni fra le macerie" (Compagnia della stampa) e di seguito "Quella che vi racconto oggi è una storia vera" (Violet Moon) e "Il successo è una questione di parola" (Il mio libro). L'attività in ambito narrativo è decollata grazie all'incontro con la casa editrice nazionale ACAR, per la quale ho pubblicato "amici per la pelle" con prefazione di Jury Chechi - "Shoah: storia, storie, significati" (Menzione al Premio letterario del Pavone 2025) e il romanzo/guida "Pima che me moro, emozioni in cammino lungo la Via di Francesco".
Ho coltivato la passione per la scrittura fin da giovane e scritto come cronista per varie testate giornalistiche, fra le quali il Corriere della Sera. Ho vinto il primo premio al concorso internazionale di giornalismo "La montagna verso l'Europa" nel 2005 (Premio della giuria nel 2004). Ho ricevuto, nel 2009, l'Attestato di Benemerenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l'impegno umanitario. Nel 2015 sono stato invitato a firmare con dedica il Libro Storico dell'Università degli Studi di Brescia. Nel luglio del 2022 mi è stata consegnata la statuetta dell'IMPACT AWARD della 52esima edizione del Festival internazionale del Cinema di Giffoni, la più importante "vetrina" mondiale del cinena dedicato ai ragazzi. Due mesi dopo ho ceduto i diritti del film a RAI, per la diffusione internazionale su larga scala.


Tutti mi chiamano "storyteller" ma io preferisco "betolér" come mi chiamava fin da piccolo mia madre: mi sembra più schietto e sincero. Sono cresciuto nell'osteria di famiglia, sentendo, giorno dopo giorno, centinaia di storie raccontate dai nonni che la affollavano, fra una partita di carte e l'altra. Lì, accanto a quei tavolini di legno che sentivano di fumo e vino, credo di essermi innamorato del Racconto. L'abbinamento fra la penna e l'assito del pascoscenico, ha fatto il resto. Non credo di avere inventato un mestiere, ma credo di avergli dato un senso tutto mio: "quando sono salito sul palco per la prima volta, ho capito che quello era il mio modo per cambiare un po' il mondo.... e non sono più sceso!"